Kyrgios torna – velatamente, senza mai pronunciarne il nome – all’attacco di Jannik Sinner in concomitanza con il caso doping di Iga Swiatek che ha innescato una reazione a catena di polemiche che ha coinvolto atleti, tifosi e dirigenti del tennis.
La sospensione di appena un mese per la tennista polacca, attuale numero 2 del mondo (ma numero 1 per un totale di 125 settimane), ha portato alla ribalta accuse di favoritismi e gestione discutibile del sistema antidoping, con Nick Kyrgios, Denis Shapovalov, Simona Halep e Taylor Fritz protagonisti di dichiarazioni incisive.
Il doping di Iga Swiatek
Ad agosto 2024, Iga Swiatek è risultata positiva alla trimetazidina, una sostanza vietata, durante un controllo fuori competizione. La tennista ha spiegato che la contaminazione è avvenuta tramite un integratore di melatonina utilizzato per combattere il jet lag, ma il farmaco non era stato riportato nella lista consegnata all’ITIA. Nonostante questa dimenticanza, l’ITIA ha accettato la tesi dell’assunzione accidentale, sanzionandola con un solo mese di sospensione. Una decisione controversa per molti, che hanno messo a confronto i casi precedenti di altri atleti.
Le reazioni: Kyrgios in prima linea “Basta dire non lo sapevamo”
Nick Kyrgios, nel suo stile diretto utilizzato più volta già contro Sinner, non ha usato mezzi termini, attaccando duramente la gestione dell’ITIA: “La scusa che tutti noi possiamo usare è che non lo sapevamo. Semplicemente non lo sapevamo. Ora basta dire così e nessuno viene punito seriamente”.
Attraverso una serie di post sui social, Kyrgios ha definito il tennis “una barzelletta” e ha sottolineato la disparità di trattamento: “Due numeri uno falliscono un test antidoping in meno di un anno e il risultato è questo. Volete anche decidere quali 30 giorni saltare?”
In un altro tweet, Kyrgios ha rincarato la dose: “Il nostro sport è bello cotto”, alludendo a un sistema ormai compromesso. L’australiano ha poi lasciato intendere che una possibile sfida con Sinner agli Australian Open potrebbe trasformarsi in qualcosa di più di una semplice partita.
Shapovalov: “L’ITIA deve essere coerente”
Anche Denis Shapovalov si è unito alle critiche contro l’ITIA, giudicando “insensata” la sospensione di un mese inflitta a Swiatek. “È difficile accettare decisioni così incoerenti. Come giocatori, vogliamo un sistema che applichi le regole in modo equo, senza favoritismi”, ha dichiarato. Il canadese ha sottolineato che la mancanza di trasparenza danneggia la fiducia di giocatori e tifosi nel sistema antidoping, mettendo a rischio l’integrità dello sport.
Halep: “Per me solo distruzione”
Simona Halep, sospesa per 9 mesi dopo una positività ad una sostanza contaminata, ha denunciato quella che considera un’ingiustizia: “Non capisco questa disparità di giudizio. Hanno fatto di tutto per distruggermi, nonostante l’evidenza della contaminazione. Ho perso due anni di carriera, tante notti insonni e ancora soffro per questa ingiustizia”.
La rumena ha ricordato che la sua squalifica iniziale era di ben 4 anni, poi ridotta a 9 mesi dal TAS per “incauto utilizzo di un integratore contaminato”. Halep non ha risparmiato accuse all’ITIA: “Non credo che possa esserci una risposta logica. Ha voluto distruggere a tutti i costi gli ultimi anni della mia carriera”.
Fritz: “Pregiudizi ovunque”
Taylor Fritz ha scelto un tono meno polemico, ma ugualmente incisivo, puntando il dito contro i pregiudizi dei tifosi: “Quello che mi fa impazzire non sono i casi in sé, ma come i tifosi reagiscono. Se è il tuo giocatore preferito, lo difendi a prescindere. Se è un rivale, lo chiami dopato o imbroglione senza esitazioni”.
Fritz ha proseguito, evidenziando la difficoltà per gli atleti innocenti di superare l’ostilità pubblica: “Anche quando riesci a dimostrare la tua innocenza, le persone continuano a vederti come un imbroglione se hanno un pregiudizio contro di te. È una triste realtà per chi, come tanti giocatori, è davvero innocente ma deve affrontare un’ingiusta gogna mediatica”. Le sue parole non si limitano a un attacco al pubblico, ma evidenziano una difficoltà sistemica nel gestire casi controversi come quelli di Swiatek, Sinner e Halep, dove la percezione del pubblico spesso amplifica le divisioni.
Sinner e il peso del ricorso WADA: decisione del TAS Non prima di febbraio
Mentre il caso Swiatek continua a far discutere, Jannik Sinner deve affrontare una situazione altrettanto delicata. Il Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) ha pubblicato la lista delle udienze fissate fino all’11 febbraio 2025 e quella riguardante il numero 1 del tennis mondiale non figura tra i casi calendarizzati.
Questa incertezza potrebbe accompagnare il tennista italiano fino all’Australian Open, in programma dal 12 al 26 gennaio, dove sarà chiamato a difendere il titolo con un peso psicologico non indifferente. Il ricorso della WADA, basato sul principio di “responsabilità oggettiva”, potrebbe riaprire il caso e ribaltare l’assoluzione ottenuta da Sinner in prima istanza per “assenza di dolo o negligenza”. Un esito negativo rischierebbe di compromettere uno dei momenti più significativi della sua carriera.
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