L’avventura di Simona Halep nel tennis professionistico si chiude qui. La tennista rumena ha annunciato ufficialmente il ritiro dopo la sconfitta al primo turno del WTA 250 di Cluj-Napoca contro Lucia Bronzetti. Un epilogo amaro per l’ex numero uno del mondo, che ha visto la sua carriera segnarsi irrimediabilmente dopo la squalifica per doping e il tentativo, rivelatosi vano, di tornare competitiva nel circuito.
Il ritiro annunciato dopo la sconfitta a Cluj
Halep ha scelto di congedarsi dal tennis davanti al suo pubblico, proprio nel torneo di casa. Dopo la netta sconfitta per 6-1, 6-1 contro l’azzurra Bronzetti, la giocatrice rumena ha preso il microfono e, tra emozione e amarezza, ha annunciato la sua decisione: “Il mio corpo non ce la fa più. Sono sempre stata onesta con me stessa e so che non tornerò mai quella di prima”. Un discorso che ha commosso i presenti, con la collega e connazionale Sorana Cîrstea che l’ha stretta in un lungo abbraccio al termine dell’incontro. La sua scelta ha colto di sorpresa molti nel circuito, segno che, nonostante le difficoltà, molti ancora speravano in un suo ritorno competitivo.
Una carriera da leggenda segnata dallo scandalo doping
Con 24 titoli WTA in bacheca, tra cui due Slam (Roland Garros 2018 e Wimbledon 2019), Halep è stata una delle giocatrici più costanti del circuito. Il suo stile di gioco, basato su una difesa solida e una straordinaria capacità di lettura degli scambi, l’ha portata al vertice del ranking WTA per un totale di 64 settimane. Tuttavia, il capitolo finale della sua carriera è stato segnato dalla controversia doping legata alla positività al Roxadustat, rilevata dopo gli US Open 2022.
Halep, il doping e le somiglianze con Sinner
Halep era stata inizialmente squalificata per quattro anni, una sentenza che aveva sollevato molte polemiche. Dopo un lungo processo, il TAS ha ridotto la squalifica a nove mesi, riconoscendo che l’assunzione della sostanza fosse avvenuta in maniera involontaria a causa di un integratore contaminato. Nonostante il ritorno in campo nel 2024, la rumena non è mai riuscita a ritrovare il livello che l’aveva portata ai vertici del tennis mondiale.
Tra il caso di Halep e quello di Sinner ci sono somiglianze e differenze. Per quanto per entrambi si tratti di contaminazione accidentale, nel caso della rumena, la positività è stata attribuita all’assunzione di un integratore contaminato, fornito dal suo staff senza un’adeguata supervisione medica. Il TAS ha riconosciuto che Halep non aveva intenzione di doparsi, ma ha evidenziato una mancanza di attenzione nella scelta delle persone di cui si circondava. D’altra parte, Sinner ha potuto contare su un team più strutturato e specializzato, riducendo il margine di errore nella gestione delle sostanze assunte.
L’ultimo tentativo e la decisione definitiva
Dopo la fine della squalifica, Halep ha disputato pochi tornei, faticando a ritrovare ritmo e competitività. La pesante sconfitta contro Bronzetti ha rappresentato il punto di non ritorno, spingendola a prendere la decisione più sofferta: “Ho sperato fino all’ultimo, ma ho capito che il mio corpo non risponde più come un tempo”.
L’eredità di Simona Halep
Guardando indietro alla sua carriera, Halep ha confessato: “Il mio più grande rimpianto è non aver apprezzato abbastanza certi momenti della mia carriera”. D’altro canto, il suo ricordo più felice resta la storica vittoria a Wimbledon: “Niente è paragonabile alla sensazione di vincere quel titolo, è stato il momento più bello della mia carriera” .
Con il suo addio, il tennis perde una delle sue protagoniste più iconiche dell’ultimo decennio. Halep lascia un’eredità fatta di trionfi, determinazione e una carriera segnata da luci e ombre. “La vita va avanti, c’è tanto altro oltre il tennis”, ha dichiarato, lasciando aperta la possibilità di restare nel mondo dello sport in altri ruoli. Resta il rammarico per una fine di carriera segnata da una vicenda controversa, ma anche la consapevolezza di aver scritto pagine importanti nella storia del tennis.
(Credit: Getty Image)
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